TESTACCIO STORY
Storia di un monte artificiale e del suo Rione
Quando il cittadino non conosce la storia della terra dove vive, rimane prigioniero e limitato al povero momento del presente in cui esiste. Solo con la conoscenza delle origini del luogo ove risiede, quel cittadino è conscio e responsabile della vita che conduce su quella terra; la fa sua e la ama.
– Schopenhauer –
C’erano un volta le anfore d’argilla che, fatte a pezzi, davano i cocci questi, gli antichi romani, li chiamavano “TESTA”. TESTA→TESTACEUS→TESTACCIO. Cosicché il monte dette il nome al suo territorio.
Testaccio è un rione romano interno dalla cerchia delle mura Aureliane, ne occupa la parte meridionale per sessanta ettari sulla riva sinistra del Tevere.
Nacque come porto fluviale in epoca repubblicana dal II sec. a. C..
Fu sede dei magazzini del commercio all’ingrosso derivante dal porto cui affluivano tutte le merci necessarie alla più grande e ricca città dell’epoca con oltre un milione e mezzo d’abitanti. In questo periodo sorse il Monte Testaccio come discarica delle anfore olearie (maleodoranti) rotte sistematicamente per ridurne l’ingombro, in tre secoli furono accumulate 25 milioni di anfore da 70 kg. l’una. Questo Monte è stato oggetto di miei lunghi studi, ed è il motivo del sito in cui vi trovate. Vedere “Ricerca” in Biografia.
Tra il V e il VII sec. d. C. la piana subì un progressivo fenomeno di ruralizzazione e dall’età medievale fu destinata all’impianto di orti e vigne. Una parte del rione fu lasciata al pubblico godimento:
le cruente corride del medioevo, le Ludi Testaccie del rinascimento, le feste carnevalesche barocche fino ai Baccanali sette-ottocenteschi nei Prati del Popolo Romano dei nobili e popolani romani fino alla breccia di Porta Pia.
Dopo l’Unità d’Italia, il Piano Regolatore del 1871 destinò l’area a ospitare gli stabilimenti industriali e le annesse abitazioni operaie.
Le abitazioni popolari invece non furono dotate di adeguate infrastrutture (come rete idrica, elettrica, fognaria) determinando condizioni di vita precarie e inadeguate. Fu abitato dagli indigenti operai della nascente attigua zona industriale e sorse come rione proletario.
Nel ventennio a cavallo dei secoli XIX e XX il sindaco di Roma Ernesto Nathan e l’assessore Domenico Orano promossero l’emancipazione morale e civile anche costruendo strutture istituzionali ed urbanistiche per i Testaccesi
Il regime fascista snaturò e soppresse le istituzioni sociali ed attuò una seconda fase edilizia col graduale inserimento nel rione dei ceti medi impiegatizi e una progressiva trasformazione sociale: da proletario a borghese.
Oggi il Testaccio accoglie nuove e diverse realtà culturali, tra cui la facoltà di Architettura dell’Università di Roma Tre, l’Istituto Europeo di Design e una sezione del Museo di Arte Contemporanea di Roma, ed il Museo Diffuso dimostrando grandi potenzialità nell’evoluzione della sua fisionomia sociale, commerciale e culturale.
Siti di notevole interesse archeologico e culturale sono: il Monte Testaccio, il porto romano, il Porticus Aemilia, l’area sottostante il mercato rionale, la Piramide Cestia, la Porta Ostiense, il Cimitero Acattolico e quello militare del Commonwealth ed il Museo diffuso.
Se siete interessati alla mia ricerca potete contattarmi all’indirizzo info@giovanniborgianellispina.it. Sarò lieto di offrirvi (gratuitamente) il file che potrete utilizzare per usi divulgativi.
Potrete richiedere, anche, il file bilingue (italiano e inglese).